martedì 20 novembre 2018

CARDIOPATIE E CANCRO MAMMARIO. UN BINOMIO DELETERIO PER LA SALUTE DELLA DONNA

LO SAPEVATE CHE LA PRESENZA DEL CARCINOMA MAMMARIO SI ASSOCIA A CARDIOPATIE NELLA DONNA?
Ebbene si è proprio cosi. ora vi racconto come stanno le cose:
Tra le neoplasie sviluppate dalla donna la più frequente riguarda il carcinoma mammario. E` vero che ci sono vari fattori che influenzano la comparsa di cardiopatie di vario tipo nelle pazienti sopravvissute dal K mammario. Questi possono essere dovuti sia agli effetti avversi della chemioterapia, alla predisposizione genetica (eventuali mutazioni geniche presenti)  ma anche ad altri fattori concomitanti alla neoplasia stessa.
Nella figura sottostante si descrivono alcune associazioni di vari fattori


Quelle pazienti che presentano fattori concomitanti sono più propense a sviluppare anche la malattia coronarica. Ma poichè dalla diagnosi della neoplasia mammaria fino allo sviluppo di fattori predisponenti per una patologia cardiovascolare c' è un intervallo di tempo di circa 5-7 anni ecco che allora si possono intraprendere strategie preventive e/o terapeutiche tali da interrompere il circuito patologico deleterio.
Esiste però un effetto sfavorevole anche della terapia oncologica sul cuore. Per cui gli schemi chemoterapici e la radioterapia potrebbero influenzare negativamente la funzione sistolica del cuore avendo come risultato la comparsa dello scompenso cardiaco (v. figura sottostante)

Atri fattori concomitanti tra cardiopatie e carcinoma mammario (v. figura sottostante.

 

Come potete capire il monitoraggio dei fattori di rischio cardiovascolare e dell' effetto delle terapie oncologiche costituiscono una strategia, molte volte vincente, nella prevenzione di questo circuito patologico sfavorevole, evitando peggioramento delle comorbidità e dell' esito finale della strategia terapeutica.
Per quelli che vorrebbero approfondire vi allego il link della pubblicazione

Allego inoltre anche i 10 punti per la prevenzione dello sviluppo di cardiopatie nella donna sopravvissuta dal carcinome mammario. per visualizzarli clicca qui.

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domenica 11 novembre 2018

Progetto: Prevenzione dell` ICTUS CEREBRALE in collaborazione col LIONS Club FVF

 

 

L` obiettivo la Prevenzione

La Fibrillazione Atriale è un importante fattore di rischio e comporta un aumento del rischio di ICTUS di 5 volte rispetto alla popolazione generale. Con l’invecchiamento della popolazione, il peso a livello globale dell’ICTUS correlato a Fibrillazione Atriale continuerà ad aumentare. La prevalenza di ICTUS nei pazienti di età superiore ai 70 anni affetti da Fibrillazione Atriale raddoppia ogni dieci anni.  Inoltre, gli ICTUS correlati a Fibrillazione Atriale sono associati ad esiti più gravi rispetto agli ICTUS non correlati a Fibrillazione Atriale. Il trattamento della Fibrillazione Atriale mira a ridurre i sintomi e il rischio di gravi complicanze ad essa associate, come l’ICTUS. 

La terapia di base per la riduzione del rischio di ICTUS correlato a Fibrillazione Atriale è la terapia anticoagulante orale (OAC). Inoltre, gli approcci non farmacologici, come la chiusura dell’auricola sinistra (LAA), offrono un’alternativa terapeutica, per esempio ai pazienti con Fibrillazione Atriale non valvolare che necessitano di un trattamento per la possibile formazione di trombi nella LAA e che sono controindicati alla terapia con anticoagulanti orali.

 Lo screening per la fibrillazione atriale non diagnosticata è probabilmente una delle principali strade da intraprendere per migliorare la prevenzione dell’ICTUS nella Fibrillazione Atriale e per migliorare sopravvivenza, la funzione sociale e la vita dei pazienti.

Le dieci regole per prevenire la Fibrillazione Atriale

  1. Evitare obesità e sovrappeso
  2. Evitare l’abuso di alcool
  3. Abolire il fumo di sigaretta
  4. Svolgere un’attività fisica e sportiva moderata, evitando gli eccessi
  5. Tenere sotto controllo la Pressione Arteriosa (consigliabile l’utilizzo di  misuratori validati per evidenziare possibile presenza di Fibrillazione Atriale) e curare l’Ipertensione
  6. Tenere sotto controllo la glicemia e curare il diabete
  7. Curare le apnee ostruttive nel sonno
  8. Dopo i 65 anni prestare attenzione al rilievo del polso in occasione di visite mediche
  9. Eseguire un elettrocardiogramma in caso di riscontro di polso irregolare
  10. Dopo i 50 anni, in caso di familiarità per Fibrillazione Atriale sottoporsi a visita cardiologica.

E noto che in un terzo dei pazienti affetti da Fibrillazione Atriale è asintomatica: trattandosi di una forma di aritmia particolarmente insidiosa, una diagnosi ritardata o uno screening poco efficace possono avere conseguenze nefaste. Nella direzione di prevenzione l` iniziativa del LIONS CLUB FAENZA VALLI FAENTINE che porta avanti  una campagna di riconoscimento precoce della fibrillazione atriale dal titolo. “Previeni l` Ictus, ascola il tuo cuore”, con lo scopo di prevenire l’ICTUS individuando una Fibrillazione Atriale silente. L’utilizzo di un dispositivo, sfruttando la tecnica dell` oscillometria permette la diagnosi di Fibrillazione Atriale in pazienti asintomatici che sono stati subito sottoposti ad una terapia con anticoagulante, eliminando il rischio di un evento ischemico cerebrale che sappiamo cosa comporta nella vita di una persona che ne rimane colpito e nella vita dei suoi familiari.

 

martedì 2 ottobre 2018

MORTE CARDIACA IMPROVVISA E PROLASSO DELLA VALVOLA MITRALE


La morte cardiaca improvvisa non è soltanto una manifestazione grave della malattia coronarica e dell' infarto miocardico acuto. Ci sono anche altre patologie cardiache specialmente tra le cardiomiopatie che possono indurre a morte cardiaca improvvisa. 
La morte cardiaca improvvisa, cioè quando il cuore smette improvvisamente di battere, è legata anche al prolasso della valvola mitrale, una condizione che in molti casi non causa sintomi nè richiede trattamento e che colpisce 12 persone su 1000. In chi ne soffre i lembi valvolari mitralici che regolano il flusso di sangue dall' atrio sinistro nel ventricolo sinistro sono interessati da una protrusione, o prolasso, con il risultato che non si aprono e chiudono in maniera regolare e spesso si accompagnano ad incontinenza valvolare cioè un rigurgito del sangue dal ventricolo all' atrio di sinistra.  I ricercatori di quattro università australiane, guidati dal cardiologo dell'Università di Adelaide Rajiv Mahajan, hanno analizzato oltre 7600 studi e hanno trovato che il 12% delle persone che hanno sofferto di morte cardiaca improvvisa senza una chiara causa, aveva un prolasso della valvola mitrale.
"Nel corso degli anni vi sono stati diversi studi di casi che associavano il prolasso della valvola mitrale con una morte cardiaca improvvisa non spiegata, tuttavia il legame non era stato finora confermato", scrive il cardiologo nella ricerca pubblicata sulla rivista HeartLa nuova analisi conferma questo legame, aggiunge Mahajan, del Centre for Heart Rhythm Disorders dell'Università. "I dati indicano che l'incidenza di morte cardiaca improvvisa in pazienti con prolasso della valvola mitrale è significativa, con 14 casi su 1000 per anno". La ricerca ha anche identificato caratteristiche che pongono il prolasso della valvola mitrale nella categoria di alto rischio per gravi aritmie e per morte cardiaca improvvisa, aggiunge. 
Anche noi nel nostro ospedale abbiamo avuto fortuna di salvare un giovane di 32 anni portatore di prolasso della valvola mitrale misconosciuto e resuscitato tre volte da morte cardiaca improvvisa post- prandiale. Il paziente mentre si divertiva dopo una cena con amici si è trovato per terra con completa perdita di coscienza e solo il tempestivo intervento del 118 che l' ha trasferito immediatamente al PS e dopo tutte le azioni tempestive con efficace controllo dell' attività elettrica cardiaca e circolatoria è stato trasferito in cardiochirurgia ove fu sottoposto ad intervento di correzione valvolare ed ora vive sereno senza alcun problema. Per prendere visione di qs caso clinico che abbiamo pubblicato (abbastanza raro per la realtà italiana) cliccare sul link.


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sabato 7 aprile 2018

LO STRANO LEGAME TRA PARODONTITE E LA MALATTIA CORONARICA

Sicuramente tra gli amici del mio blog pochi o nessuno avrebbe mai pensato che la cura del cavo orale e importante per la prevenzione della malattia coronarica e le sue sequele (infarto, angina instabile, ischemia miocardica ecc). Ebbene, ricercatori americani e non solo, hanno scoperto che i pazienti con problemi di periodontite hanno due volte maggiore probabilità di sviluppare malattia coronarica. Inoltre questa probabilità sembra essere maggiore anche rispetto a quelli che hanno aumentati livelli di colesterolo.
Cerchiamo ora di capire il perchè di questo legame patologico. Bene, questo pare sia dovuto agli stessi batteri che creano la periodontite e attraverso le gengive infiammate possono essere propagati o diffusi attraverso il sangue anche in altre parti del corpo contribuendo allo sviluppo delle malattie cardiovascolari. L' infiammazione o il gonfiore è una risposta naturale del corpo all' infezione. E possibile che i batteri viaggino attraverso il corpo ed inneschino simili risposte le quali inducono alla formazione della placca ateromatosa. I batteri riscontrati nel cavo orale sono simili a quelli riscontrati nel tessuto adiposo che compone la placca ateromatosa. Questa restringe le arterie del cuore e può indurre la loro ostruzione  con conseguenza la comparsa di infarto miocardico, ictus e non solo.
Quindi, il trattamento efficace della periodontite è molto importante per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. La visita dentistica accurata è basilare per una salute dentaria ma anche per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Il messaggio di questo articolo è: se ci sono problemi di parodontite o infiammazione delle gengine, è utile eseguire una visita dentistica e una visita cardiologica onde evitare brutte sosrprese.
Un caro saluto a tutti voi.



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sabato 25 novembre 2017

IL CUORE INFRANTO? UN TERMINE PER SPIEGARE LA CARDIOMIOPATIA DI TAKOTSUBO.



Non è solo un disturbo più diagnosticato perché sempre più conosciuto. “La sindrome di Tako-Tsubo, una cardiomiopatia da stress nota anche come disturbo del ‘cuore infranto‘, ha un’incidenza sempre maggiore, soprattutto fra le donne, perché la vita è diversa da quella del passato e ci espone a più sofferenze, solitudini e difficoltà. Di recente nè vediamo sempre diù casi di donne con il "cuore infranto". Insomma, il ‘cuore infranto’ “a causa di un lutto, di abusi o violenze, o di un qualsiasi altro forte stress, non solo si riscontra di più, ma è propriamente più diffuso“.
Domani è la Giornata contro la violenza sulle donne e anche noi medici dobbiamo mettere in evidenza le conseguenze che gli abusi possono portare a livello cardiaco: “La medicina oggi finalmente differenzia per molte malattie il sesso maschile da quello femminile e il cuore delle donne oggi sappiamo è maggiormente a rischio di Tako-Tsubo, una sindrome coronarica acuta con albero coronarico indenne da placche ateromatosiche, ma dovuto a un forte spasmo che provoca restringimento dei vasi e infarto, ugualmente grave e rischioso per la vita“.
Le donne, a causa di fattori ormonali sono particolarmente fragili di fronte alle condizioni di stress, di qualsiasi tipo. In passato quello del ‘cuore infranto’ era una malattia più rara, mentre ora è in forte aumento: c’e un maggiore impatto dello stress sulla popolazione, la vita è sempre più irregolare e i contesti familiari meno rappresentati. C’è più solitudine e sofferenza che in passato, e la secrezione di adrenalina pesa tantissimo in queste situazioni, portando a questa particolare sindrome coronarica acuta.
Già dal 2008 avevo descritto questa nuova entità clinica nell' occidente che prima di noi solo i giapponesi avevano identificato e denominato col nome Cardiomiopatia di TAKOTSUBO.
E con questo moto "prendere cura dei cuori delicati" vi auguro una buona serata

Clicca qui per visionare il mio articolo:

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venerdì 17 novembre 2017

CUORE E BATTICUORE. EVENTO LIONS ROMAGNA



...Ieri è stata una serata bellissima! Volevo ringraziare il presidente del Lions Club Romagna Dr. D. Donigaglia per l' invito ma anche tutti i partecipanti che con le loro domande hanno reso l' evento vivace e in questo modo abbiamo condiviso le nostre esperienze. 
Perchè secondo me il patrimonio della conoscenza va condiviso per il bene della collettività. Il bene collettivo sempre ritorna anche a livello personale.


Inserisco qui il link delle diapositive dell' evento per chi le volesse consultare




giovedì 16 novembre 2017

GUIDA PRATICA PER L` USO DEGLI ANTICOAGULANTI ORALI.

La coagulazione è un meccanismo di protezione: quando accidentalmente ci procuriamo una ferita il sangue cessa di fuoriuscire grazie all’interazione dei fattori della coagulazione e delle piastrine che formano un “tappo”, il cosiddetto trombo. Gli anticoagulanti orali o dicumarolici (Warfarin- Coumadin
e Acenocumarolo- Sintrom) sono farmaci in grado di modificare la capacità di coagulare del sangue, riducendo il rischio della formazione di trombi in pazienti che, per la loro malattia, corrono questo rischio. Per saperne diu cliccare sul link anticoagulanti orali

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