Oggi ho deciso di scrivere due parole sempre in tema di prevenzione cardiovascolare. Lo spunto viene tratto ...da come si mangia !
Beh non è una novità che nel bel paese si mangia BENE ! ma cosa ? tanti carboidrati ! che sia pasta fresca o no cambia poco. Poi se sono cappelletti o passatelli della Romagna anche questo non cambia il risultato. Il rischio è di sviluppare obesità e la cosidetta sindrome metabolica.
La
sindrome metabolica è caratterizzata da una serie di fattori di rischio di
origine metabolica tra loro correlati, che direttamente sono responsabili della
promozione dello sviluppo del processo aterosclerotico (ASCVD). I pazienti con
sindrome metabolica sono anche a elevato rischio di sviluppare diabete mellito
tipo II. Da sottolineare inoltre che vi è un’altra serie di fattori di rischio
che predispongono ai fattori di rischio metabolici: i fattori di rischio
sottostanti. I fattori
di rischio metabolici principali sono l’ipertensione, l’elevato
valore di glicemia e la dislipidemia (elevato valore di trigliceridi, di
apolipoproteina B, elevato valore di LDL piccole, ridotto livello di
colesterolo HDL). Tutte queste caratteristiche rendono l’individuo a rischio
per manifestazioni trombotiche e infiammatorie. I principali fattori
di rischio sottostanti sembrano essere l’obesità addominale, l’insulino
resistenza, l’inattività fisica, l’invecchiamento, lo squilibrio ormonale.
Diversi studi hanno evidenziato come il grasso viscerale sia maggiormente
associato all’insulino resistenza rispetto a qualsiasi altra disposizione di
tessuto adiposo. La crescita in modo molto preoccupante di obesità negli Stati
Uniti è la causa dell’altrettanto preoccupante crescita in termini percentuali
di soggetti con sindrome metabolica. E’ doveroso però sottolineare che alcuni
soggetti sono affetti da sindrome metabolica con solamente un grado lieve di
obesità distribuita su tutto il corpo. Queste persone sono spesso originarie
del Sud Asia e hanno la caratteristica di essere intrinsecamente insulino
resistenti, situazione che è poi enfatizzata da un’obesità addominale lieve. Di
contro le persone con un insulino resistenza lieve possono sviluppare la
sindrome metabolica se presentano una marcata obesità addominale. Tutto ciò non
fa altro che sottolineare come la distribuzione corporea del tessuto
adiposo, particolarmente l’eccesso a livello addominale, svolge un
ruolo importante nell’eziologia della sindrome metabolica. Inoltre non va
dimenticato come l’insulino resistenza e la sindrome metabolica sono
associate ad altre condizioni come steatosi epatica, sindrome
dell’ovaio policistico, calcoli di colesterolo, apnee notturne, lipodistrofia.
Ecco
mi fermo qui anche perchè l' argomento è molto lungo e non voglio entrare in accademismi
non comprensibili dal pubblico.
Un
caro saluto a tutti
Dr.
A. Antonopulos
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