lunedì 29 aprile 2019

ATTENZIONE ! L' USO DELLA SIGARETTA ELETTRONICA AUMENTA L' ICTUS



Ebbene oggi finendo il mio turno ho ricevuto questo aggiornamento dall' ultimo convegno contro l' ictus dagli Stati Uniti.
Da uno studio su larga scala (66.800 partecipanti) è emerso che il fumo della sigaretta elettronica si associa con un incremento degli ictus in primis ma anche con l' infarto miocardico, l' angina e la malattia coronarica in generale. Come potete capire la sostituzione del fumo con la sigaretta elettronica non protegge i soggetti che la usano anzi ha praticamente gli stessi effetti deleteri del fumo. Lo studio è stato presentato all' International Stroke Conference (ISC) 2019.
I ricercatori hanno notato che il 3.2% degli adulti e l' 11.3% degli studenti delle superiori negli Stati Uniti nel 2016 hanno usato le sigarette elettroniche. I ricercatori inoltre aggiungono che "Il loro uso tra le persone giovani è aumentato del 900% tra il 2011 e il 2015". I risultati dello studio hanno mostrato che nei soggetti che usano la sigaretta elettronica, un aumento del 71% del rischio di sviluppare un ICTUS, del 59% per lo sviluppo di infarto miocardico e del 40% per lo sviluppo di angina o di malattia coronarica rispetto a quelli che non la usano. Inoltre si è visto che i soggetti che la usano hanno radoppiato la frequenza dell' uso della sigaretta regolare.
Users also had twice the rate of smoking regular cigarettes.
La Società Americana di Cardiologia (AHA) ha già inserito una nota particolare sull' uso con cautela (ed in particolari circostanze) delle sigarette elettroniche chiedendo anche allo stato di intraprendere azioni particolari (regolatorie) sulla vendita di questi dispositivi ai soggetti giovani. In questa direzione si muove anche FDA volendo proibire la vendita di tali prodotti.
Per ulteriore approfondimento potete consultare il link.
 
 

venerdì 19 aprile 2019

NUOVI DATI SULL' IMPOPTANZA DI PREVENIRE LE APNEE NOTTURNE

Dai dati forniti dall' esame dei dispositivi impiantabili emergono informazioni importanti riguardo l' impatto negativo della presenza delle apnee notturne sull' apparato cardiovascolare. In sintesi vi presento alcune descritte sulle linee guida europee adottate peraltro anche dalla Società Italiana dell' Aritmologia e dell' ANMCO.

- L’apnea notturna è legata a molteplici conseguenze cardiovascolari:

- La Fibrillazione Atriale - L’Apnea Notturna è un predittore indipendente di nuovi episodi di FA e potrebbe essere un fattore scatenante lo sviluppo di FA, aumenta la probabilità di FA recidive dopo cardioversione (da 42% a 82%) che diminuiscono dopo terapia;
- La Morte Improvvisa - L’Apnea Notturna aumenta di 2-3 volte il rischio di TV/FV e di terapie appropriate dell’ICD e aumenta il rischio di morte cardiaca improvvisa notturna rispetto alle ore diurne (RR: 2.57);
- La Mortalità per Scompenso Cardiaco - La Mortalità per HF raddoppia e triplica il rischio di eventi fatali. Inoltre la sopravvivenza nei pazienti HF con Apnea Notturna Severa non trattata peggiora rispetto ai pazienti con nessuna o Lieve Apnea Notturna (76% Vs 88%);
- La Comorbidità nello Scompenso Cardiaco – L’OSA favorisce una progressione dello Scompenso ed una refrattarietà alla terapia. L’OSA, inoltre, raddoppia la morbilità per Scompenso.
Si parla di apnea notturna lieve per 5-15 eventi/ora, moderata per 15/30 eventi/ora e severa per >30 eventi/ora. Un evento di apnea è generalmente assunto come assenza di atto respiratorio per almeno 10s.
L’apnea notturna può essere diagnosticata tramite un poligrafo (numero eventi/ora) o tramite un polisonnigrafo (numero eventi/ora, tipologia delle apnee). Solo da pochi anni alcuni dispositivi impiantabili sono in grado di rilevare la patologia fornendo informazioni al clinico per un’adeguata terapia al paziente affetto da tale problematica; il monitoraggio remoto consente di avere queste informazioni in tempi estremamente rapidi!
Quindi vorrei sollecirarvi: NON MANCARE DI FARE UN CONTROLLO DAL VOSTRO CARDIOLOGO DEL VOSTRO DISPOSITIVO. Attualmente esistono anche dispositivi per il controllo non-invasivo delle apnee.

Bibliografia
- Wilkoff BL et al. HRA/EHRA expert consensus on the monitoring of Cardiovascular Implantable Electronic DeviceS (CIEDs). EUROPACE 2008;10:707-725.

- Ricci RP et al. Consensus Document sul monitoraggio remoto dei dispositivi impiantabili. 2012.

- Slotwiner D, Ricci RP et al. HRS Expert Consensus Statement on remote interrogation and monitoring for cardiovascular implantable electronic devices. Heart Rhythm 2015;12-7, e71-e93.



domenica 14 aprile 2019

QUANDO IL TROPPO SPORT PUO FARE MALE ...!

Oggi volevo condividere con voi questo pensiero "che lo sport fa bene all' organismo" ! e rientra nella logica moderna del "Mens sana in corpore sano" dei latini anche se all' epoca il significato come era espresso era un 'po diverso... “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” (Satire, X, 356) che significa “Bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano”.
In ogni caso, sin ad oggi, nessuno ha spiegato quanto sport fa bene per un organismo e quantificarlo precisamente in modo da avere indicazioni esatte. 
In un recente studio americano condotto su 3200 persone di razza bianca dall età di 18-30 anni seguiti per altri 25 anni fornisce alcuni risultati molto interessanti.  Gli studiosi hanno voluto verificare quanta attività fisica sia effettivamente benefica per la salute e qual è invece il limite dopo il quale lo sport può diventare addirittura pericoloso.
Quello che è emerso da questo studio (CARDIA study) è che gli uomini che praticano sport per più di 7 ore e mezza a settimana, dopo 25 anni (raggiunti dunque i 50 anni circa) vedono aumentare dell'86% il rischio di calcificazione delle arterie coronarie. Questa condizione è associata poi a futuri problemi di salute seri tra cui la comparsa di infarto e ictus.
Ad essere più a rischio sono le persone di sesso maschile ed etnia bianca mentre l’aumento di depositi di calcio nelle arterie coronarie era maggiore del 27% nel caso delle donne e nei partecipanti allo studio di altre etnie che praticavano troppo sport.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica americana Mayo Clinic Proceedings che un certo peso specifico riguardo le pubblicazioni mediche.

In ogni caso non è la prima volta che una ricerca prende in esame il troppo sport come abitudine insana. Già gli studiosi danesi del Frederiksberg Hospital di Copenhagen dopo una serie di esperimenti avevano constatato che a farci bene sono piccole quantità di esercizio fisico moderato.

 Quindi prima di esagerare con l' attività fisica forse meglio fare una riflessione...quanta attività fisica fa per ciascuno di voi?

Buon proseguimento di giornata

Dr. A. Antonopoulos, Cardiologo

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Progetto: Prevenzione dell` ICTUS CEREBRALE in collaborazione col LIONS Club FVF

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