martedì 13 ottobre 2020

Attenzione dopo l` infarto miocardico, I rischi sono simili per donne e uomini.

 

 


Le ben note differenze tra uomini e donne nel rischio di malattie cardiovascolari e mortalità per tutte le cause si attenuano notevolmente tra coloro che sopravvivono a un infarto miocardico.

“Le donne hanno un vantaggio biologico sugli uomini in termini di cardiopatia: ne soffrono meno frequentemente e a un’età più avanzata”, osserva Mark Woodward dell’Imperial College London. “Questo studio mostra che negli USA il vantaggio naturale è notevolmente ridotto nelle persone che sopravvivono a un infarto del miocardio: i tassi di infarto miocardico ricorrente sono molto più simili tra i sessi”.

Lo studio
Woodward e colleghi hanno esaminato i dati delle assicurazioni sanitarie statunitensi dal 2015 al 2016 individuando oltre 171.000 donne e quasi 168.000 uomini ricoverati per infarto del miocardio (MI).

Questi pazienti sono stati appaiati per frequenza in base a età e anno solare a oltre 1,3 milioni di soggetti senza malattia delle arterie coronarie (CHD).

Durante il follow up- durato fino al 2017 – si sono verificati 21.052 eventi di CHD nella coorte di controllo (38% nelle donne) e 40.878 eventi di CHD ricorrente nella coorte con MI (46% nelle donne).

I tassi standardizzati per età di MI su 1.000 persone-anno erano pari a 4,5 nelle donne e 5,7 negli uomini senza CHD (hazard ratio, 0,64; intervallo di confidenza al 95%, da 0,62 a 0,67).

Per i soggetti con MI, i tassi corrispondevano rispettivamente a 60,2 e 59,8 (HR, 0,94; IC 95%, da 0,92 a 0,96).
I tassi di CHD nelle donne rispetto agli uomini erano di 6,3 versus 10,7 nelle persone senza una CHD nell’anamnesi e di 84,5 versus 99,3 in quelle con MI. L’hazard ratio donne-uomini per mortalità per tutte le cause era di 0,72 nei soggetti senza CHD e 0,90 nelle controparti con MI nell’anamnesi.

La maggiore somiglianza nei tassi tra i sessi dopo un MI, ha concluso il Dott. Woodward, “potrebbe essere spiegata dal tradizionale ‘modello maschile’ per gli infarti del miocardio, al punto che il trattamento potrebbe essere ritardato o essere meno completo nelle donne”.

Dal Journal of the American College of Cardiology, autore David Douglas

 

 

lunedì 21 settembre 2020

CENTRO PER LO STUDIO DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE

 

Con gran entusiasmo vi comunico che il graduale risolversi dell’emergenza sanitaria nazionale legata al Covid-19, mi ha permesso di ripristinare l’attività clinica in totale sicurezza. Contestualmente si avvisano i sig.pazienti che da Settembre è in funzione un nuovo servizio: IL CENTRO PER LO STUDIO DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE.

 

Il centro si occupa per la diagnosi e la terapia non-invasiva delle Fibrillazione atriale. Il medico usa  dispositivi soffisticati  che raggiungono con efficacia la diagnosi e imposta con precisione la terapia.

per app rivolgersi al tel 0546/622685 o inviare e-mail info@giamaepartners.it e presto sarete contattati.

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venerdì 21 agosto 2020

COLPO DI CALORE. come, quando, cosa fare.

COSA SI INTENDE PER COLPO DI CALORE?

ll colpo di calore, anche chiamato “ipertermia”, è una condizione patologica dell’organismo che si verifica in seguito all’esposizione prolungata a particolari condizioni climatiche tipiche dei mesi caldi dell’anno, che sono: 

  • alta temperatura dell’aria, la quale innalza la temperatura del soggetto;
  • alta umidità, che impedendo la corretta sudorazione impedisce l’abbassamento della temperatura corporea (l’organismo cioè assorbe più calore di quanto riesce a cederne all’esterno con la sudorazione).

DA COSA È PROVOCATO?

Le condizioni che possono causare questa complicazione sono tre:

  • temperatura elevata;
  • alto tasso di umidità;
  • scarsa aerazione.

La causa principale del colpo di calore è quindi la combinazione di caldo e umidità

Questi  fattori possono determinare il colpo di calore, specie nei soggetti a rischio (bambini, anziani, soggetti disidratati, cardiopatici, persone sottoposte a sforzi fisici intensi).

COME SI PRESENTA, QUALI SONO I SINTOMI?

I sintomi che caratterizzano un colpo di calore sono diversi e possono manifestarsi con più o meno intensità:

  • nausea; 
  • mal di testa;
  • aumento della temperatura corporea;
  • crampi;
  • sincopi (svenimenti);
  • nei casi più gravi, disturbi della coscienza.

Inoltre se l'esposizione ai raggi solari è diretta, si può manifestare anche il colpo di sole con possibili ustioni di primo o  secondo grado. Per saperne di più clicca qui

QUANTO DURA?

È impossibile dare una risposta univoca a questa domanda, dal momento che la durata dei sintomi dipende dalla gravità dell’insolazione e da molti altri fattori, come età e stato di salute generale del paziente.

Una lieve insolazione può essere grave e duratura in un anziano diabetico/cardiopatico o in un neonato, come una insolazione più grave può avere prognosi migliore se il soggetto è giovane ed in perfetta salute.

Ad ogni modo, generalmente i tempi di recupero da un colpo di calore sono di 24/48 ore con remissione completa ed assenza di danni gravi, tuttavia nei casi più severi i tempi di recupero possono essere più lunghi (anche molto più lunghi, ad esempio settimane) e comportare la presenza di danni permanenti ed invalidanti (ad esempio cerebrali, se il cervello è stato esposto a temperature estreme troppo a lungo) o di rabdomiolisi (rottura delle cellule muscolari).

 

COSA BISOGNA FARE QUANDO SI PRESENTA?

Portare il soggetto colpito in un ambiente ombreggiato e areato è la prima mossa.

Se manifesta segni di mancamento, è necessario porlo a terra sdraiato con le gambe più sollevate rispetto al corpo e somministrare liquidi non troppo freddi a piccoli sorsi.

In caso di comparsa di febbre superiore ai 38° somministrare un antipiretico, quale il paracetamolo o l'ibuprofene solo sotto controllo medico.

Se non migliora, o in presenza di disturbi della coscienza, è necessario recarsi al più vicino Pronto Soccorso.

COSA NON BISOGNA FARE?

  • Non somministrare alcool (vino, birra…) o caffeina, per combattere la disidratazione: il loro effetto diuretico andrebbe solo a peggiorare la situazione;
  • evitare massaggi o frizioni con alcool, sempre per via della disidratazione che inducono;
  • evitare raffreddamenti troppo bruschi;
  • non somministrare farmaci antipiretici, per esempio aspirina o tachipirina (paracetamolo), a meno che non sia un medico a farlo.

Importante: se il soggetto è a rischio (bambini, anziani, persone disidratate, cardiopatici) o ha perso i sensi, non perdere tempo e chiamare immediatamente il numero unico per le emergenze per ricevere soccorso medico.

Non sottovalutare un colpo di calore!

COME PREVENIRE IL COLPO DI CALORE?

Per evitare i colpi di calore devono essere messi in atto alcuni provvedimenti:

  • evitare di uscire e/o praticare attività fisica o sportiva nelle ore più calde;
  • non esporsi mai al sole negli orari più a rischio (dalle 11 alle 16);
  • aumentare la ventilazione dell'ambiente, eventualmente utilizzando un ventilatore, è possibile utilizzare anche il condizionatore, avendo cura di tenere una temperatura ambientale di 23-24° e cercando di non passare continuamente da ambienti più caldi ad altri più freschi o viceversa - è importante utilizzare la funzione deumidificazione;
  • indossare indumenti leggeri (preferibilmente di lino o cotone), che permettano una maggiore traspirazione;
  • preferire colori chiari dei vestiti che respingono i raggi solari;
  • esporsi con prudenza al sole diretto, l'esposizione deve avvenire in maniera graduale;
  • non dimenticare di utilizzare sempre creme solari ad alta protezione: un'esposizione non protetta può causare eritemi solari o ustioni, e creare danni irreversibili alla pelle;
  • bagnare spesso la testa e rinfrescare tutto il corpo con una doccia o con un bagno;
  • aumentare l'apporto idrico per reintegrare i liquidi persi tramite la sudorazione: in caso di caldo intenso possono essere utili anche le bevande che contengono sali minerali;
  • privilegiare una dieta ricca di frutta e verdura.
 

sabato 8 agosto 2020

Fenotipi e coagulopatia nei pazienti covid e covid-like

"Capita che a volte una reazione approntata a fin di bene possa non andare a buon fine, o addirittura diventare controproducente". 

È una sorta di manifesto dell'eterogenesi dei fini, espressione coniata dal filosofo tedesco Wilhelm Wundt, la risposta dell'apparato cardiovascolare e in particolare del sistema che regola la coagulazione del sangue all'infezione da virus Sars-Cov-2.La reazione del corpo, infatti, è potenzialmente ispirata dal bisogno di circoscrivere ed eliminare il nemico, ma purtroppo diventa controproducente. Il virus, oltre a un'azione diretta sulle cellule endoteliali presenti sulla parete più interna dei vasi sanguigni, induce una risposta infiammatoria scatenata dall'infezione creando uno sconquasso nei meccanismi di controllo della coagulazione, con aumento del rischio di trombosi ed embolie, sia a carico delle arterie che delle vene. Di questo ultimo abbiamo parlato e sviluppato le diverse sfaccetatture riscontrate in Romagna negli ultimi mesi.

In questo articolo vi allego anche tutta la presentazione che potete scaricare per prendere visione. 

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