Sebbene la misurazione della pressione arteriosa domiciliare sia
raccomandata per la gestione dell'ipertensione, le implicazioni cliniche
dei valori di picco della pressione arteriosa domiciliare non sono
state ben studiate. Questo studio ha valutato l'associazione tra soglia
patologica o frequenza del picco pressorio domiciliare ed eventi
cardiovascolari in pazienti con ≥1 fattore di rischio cardiovascolare.
Lo studio Japan Morning Surge-Home Blood Pressure (J-HOP) ha arruolato
pazienti ipertesi dal 2005 al 2012 con un follow-up esteso da dicembre
2017 a maggio 2018, che ha generato il set di dati per questa analisi.
La media della PA sistolica di picco domiciliare (SBP) è stata definita
come la media dei tre valori PA più alti in un periodo di misurazione
di 14 giorni. I pazienti sono stati divisi in quintili di picco della
pressione arteriosa domiciliare ed è stato determinato il rischio di
ictus, malattia coronarica (CAD) e malattia cardiovascolare
aterosclerotica (ASCVD; ictus + CAD). In 4231 pazienti (media 65 anni)
seguiti per 6,2 anni si sono verificati 94 ictus e 124 eventi CAD.
L'hazard ratio aggiustato (HR) (IC 95%) per il rischio di ictus e ASCVD
nei pazienti con picco medio di SBP domiciliare nel quintile più alto
rispetto a quello più basso era rispettivamente di 4,39 (1,85-10,43) e
2,04 (1,24-3,36). Il rischio era maggiore per l'ictus nei primi 5 anni:
HR 22,66 (2,98-172,1). La soglia patologica del picco medio di SBP
domiciliare per il rischio di ictus a 5 anni era di 176 mmHg. C'era
un'associazione lineare tra il numero di picchi di SBP domiciliare >
175 mmHg e il rischio di ictus.
Il picco della pressione arteriosa
domiciliare era un forte fattore di rischio per l'ictus, soprattutto
nei primi 5 anni. Gli autori propongono che un picco di SBP domiciliare
> 175 mmHg sia un nuovo e forte fattore predisponente di rischio per l'ictus.
Per approfondire cliccare sul link https://www.nature.com/articles/s41440-023-01297-9
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