Oggi mi soffermerò in questa epidemia e di come ha cambiato la vita di noi medici e come le specializzazioni tante volte confondono in tempi come questi e come molte volte bisogna cambiare rotta. A volte seguire una curiosità, esplorare le nuove intersezioni e che comunque in questo frangente l ' essere multipotenziali diventa sempre più importante.
A volte non serve essere sempre ultraspecialisti perchè per es. in un emergenza come questa è utile affrontare la sfida a testa alta per dare soluzioni e non creare più problemi di quelli che già ci sono.
Ebbene, molte delle nostre abitudini medico-scientifiche sono cambiate si viene ad affrontare pazienti diversi, con problematiche cliniche diverse o magari anche simili ad alcune già che si conoscevano ma in un contesto diverso. Sai che sotto ed in maniera subdola, potenzialmente circola un VIRUS, un nemico pericoloso che lo puoi diffondere senza volerlo oltre che essere contagiato. E poi c'è la paura..! Cosa mai viste prima di adesso. Poi ci sono pazienti che non sappiamo con precisione che sono positivi (perchè il tampone è negativo ) invece portano la malattia...e la cura? Come possiamo fare con questi contesti?
Bene per arrivare al punto: quattro giorni fa ho partecipato in una video-conferenza con colleghi dagli Stati Uniti riguardo questa epidemia. Abbiamo messo in evidenza che non serve solo curare quelli che sono portatori del VIRUS COVID-19 ma anche quelli che non hanno documentato mediante il tampone di essere positivi. Vi allego la presentazione in parte tradotta anche in italiano.
Se volete prendere visione cliccate qui per vederla
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