Una revisione della letteratura e metanalisi pubblicata sul Journal of the American Heart Association suggerisce l’esistenza di forti associazioni tra adiposità e scompenso cardiaco. L’associazione con l’adiposità sarebbe più forte per lo scompenso con frazione di eiezione conservata rispetto a quello con frazione di eiezione ridotta, e questo fatto indicherebbe la presenza di diversi meccanismi nell’eziopatogenesi dei sottotipi della malattia. “Abbiamo voluto quantificare le associazioni tra le misure della composizione corporea e il rischio di scompenso cardiaco e dei suoi sottotipi nella popolazione generale” afferma Ayodipupo Oguntade, della University of Oxford, Regno Unito, primo nome dello studio.
I ricercatori hanno esaminato i database Medline, Embase e Global Health per scegliere studi prospettici che riportassero la composizione corporea e il rischio di scompenso cardiaco.
Gli esperti hanno incluso nella loro revisione e metanalisi 35 studi. Il rischio relativo (RR) per indice di massa corporea superiore di 5 kg/m2 era pari a 1,42, per 10 cm di circonferenza vita in più a 1,28 e per 0,1 unità in più di rapporto vita-fianchi a 1,33. Le stime aggregate dei pochi studi che hanno riportato dati sul grasso regionale hanno suggerito un’associazione positiva significativa tra il rischio di scompenso cardiaco e grasso viscerale (RR, 1,08) e pericardico (RR, 1,08). Tra i sottotipi di scompenso cardiaco, le associazioni erano più forti per scompenso cardiaco con frazione di eiezione conservata rispetto allo scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta. Nessuno studio ha valutato gli effetti della massa magra.
“Saranno necessari ulteriori studi per valutare il ruolo della massa grassa regionale e della massa magra nel rischio di insufficienza cardiaca” concludono gli autori.
Per approfondire cliccare sul link https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.122.029062