domenica 3 maggio 2015

UNA NUOVA CRITICITA CARDIOLOGICA CHE SI PUO PREVENIRE ....

TROMBOEMBOLIA POLMONARE.

Vi presento oggi un caso tipico di tromboembolia polmonare di un paziente di 74 anni giunto alla mia osservazione ieri notte al PS dell` ospedale a causa di difficoltà alla respirazione (dispnea) e palpitazioni. Il paziente riferiva una storia di neoplasia polmonare sotto trattamento con antineoplastici. Rimaneva a letto a casa perchè si sentiva debilitato dopo la seconda seduta di antineoplastici 7 gg prima ad un ospedale vicino.
All' entrata al PS e` stato eseguito ECG che vedete nel video che segue


Subito dopo l' esecuzione dell' ECG che vedete il paziente ha presentato arresto cardiocirdolatorio dal quale è uscito con successo dopo defibrillazione con 250 Joules !!!
Ho eseguito rapidamente (data la criticita del paziente) un ecocardiogramma che vedete nel video sotto


Nel video sopra si nota l' eccessiva dilatazione del ventricolo destro con allineamento del setto interventricolare a causa del sovraccarico pressorio e nello stesso tempo una ipertensione polmonare come si misura dall' insufficienza della valvola tricuspide. 

La diagnosi è stata successivamente confermata con una TAC angio' polmonare la quale riscontrava una tromboembolia massiva del ramo sinistro dell' arteria polmonare.

Fattori di rischio

Chiunque può soffrire di trombosi e quindi di embolia polmonare, però ci sono alcuni fattori in grado di aumentare il rischio.

Immobilità protratta

I trombi e gli emboli si formano con maggiori probabilità negli arti inferiori durante i periodi di inattività, ad esempio durante:
  • Riposo a letto. Essere costretti a letto per un periodo protratto dopo un intervento chirurgico, un attacco cardiaco, una frattura alle gambe o qualsiasi altra malattia grave vi rende molto più soggetti alla formazione di trombi.
  • Viaggi lunghi. Stare seduti in spazi ristretti durante un viaggio lungo in auto o in aereo rallenta la circolazione sanguigna e quindi favorisce la formazione di trombi negli arti inferiori.

Età

Gli anziani presentano un maggior rischio di trombosi. Tra i fattori di rischio ricordiamo:
  • Malfunzionamento delle valvole. Le minuscole valvole presenti all’interno delle vene fanno circolare il sangue sempre nella giusta direzione, però tendono a degradarsi con il passare degli anni. Se non funzionano bene, il sangue tende a ristagnare e a volte si possono formare i trombi.
  • Disidratazione. Gli anziani sono più a rischio di disidratazione, quindi il loro sangue si addensa più facilmente e i trombi si possono formare con maggior frequenza.
  • Problemi di salute. Gli anziani hanno anche maggiori probabilità di avere problemi di salute che li rendono più soggetti ai fattori di rischio indipendenti per la trombosi; ad esempio possiamo ricordare gli interventi di sostituzione delle articolazioni, i tumori o le patologie cardiache.

Precedenti familiari

Sarete più a rischio per quanto riguarda la trombosi se voi stessi o un qualsiasi membro della vostra famiglia ha sofferto di trombosi o di embolia polmonare in passato. Questo fatto probabilmente è dovuto a disturbi ereditari della coagulazione che possono essere diagnosticati nei laboratori specializzati.

Interventi chirurgici

Gli interventi chirurgici sono una delle cause principali dei problemi di coagulazione, soprattutto gli interventi di sostituzione delle articolazioni del bacino e del ginocchio. Durante la preparazione delle ossa su cui verranno innestate le articolazioni artificiali, i frammenti di tessuto possono entrare in circolo e contribuire alla formazione di un embolo. La semplice immobilità durante un qualsiasi intervento, poi, può provocare la formazione di trombi ed emboli. Il rischio aumenta all’aumentare del tempo trascorso sotto anestesia generale.

Patologie

  • Patologie cardiache. L’ipertensione e le malattie cardiovascolari aumentano il rischio di formazione di emboli.
  • Gravidanza. Il peso del bambino che grava sulle vene del basso ventre è in grado di rallentare la circolazione venosa proveniente dalle gambe. La formazione degli emboli, infatti, è più probabile quando la circolazione è rallentata o il sangue ristagna.
  • Tumori. Alcuni tumori, soprattutto quelli del pancreas, delle ovaie e dei polmoni, sono in grado di aumentare la quantità delle sostanze che permettono la coagulazione del sangue e la chemioterapia rende il rischio ancora maggiore. Le donne con precedenti di tumore al seno in terapia con tamoxifene o raloxifene hanno maggiori probabilità di soffrire di trombosi ed embolia.

Stile di vita

Fumo. Per motivi non ancora del tutto chiari, l’uso di tabacco predispone alcune persone alla formazione di trombi, soprattutto quando sussistono anche altri fattori di rischio.

Sovrappeso. Il peso in eccesso aumenta il rischio di formazione di emboli, soprattutto tra le donne che fumano o che soffrono di ipertensione.

Terapia ormonale. Gli estrogeni contenuti nella pillola anticoncezionale e somministrati durante la terapia ormonale sostitutiva sono in grado di aumentare la quantità delle sostanze responsabili della coagulazione, soprattutto se fumate o se siete sovrappeso.

Tutti i fattori sumenzionati possono contribuire allo sviluppo della sudetta patologia.

COME PREVENIRE
Prevenire la formazione di trombi nelle vene profonde degli arti inferiori (trombosi venosa profonda) aiuta a prevenire l’embolia polmonare. Alcune misure preventive possono essere adottate durante il ricovero in ospedale, mentre altre sono semplici precauzioni di cui il paziente si deve far carico.
Nell' ospedale la terapia con eparina o warfarin (Coumadin®). Gli anticoagulanti come l’eparina e il warfarin sono somministrati ai pazienti a rischio di trombosi prima e dopo gli interventi chirurgici, ma anche a chi viene ricoverato in ospedale dopo un attacco di cuore, un colpo apoplettico o per le complicazioni di un tumore.
Calze elastiche a compressione graduata. Le calze elastiche esercitano una pressione costante sulle gambe, aiutando le vene e i muscoli delle gambe a migliorare l’efficienza della circolazione sanguigna. Sono un modo sicuro, semplice ed economico per impedire il ristagno del sangue dopo qualsiasi intervento chirurgico.
Uso di massaggiatori venosi. I massaggiatori venosi sono cuscinetti che stringono la gamba fino alla coscia o fino al polpaccio e si gonfiano automaticamente a intervalli di pochi minuti per massaggiare e comprimere le vene delle gambe e migliorare la circolazione.
Attività fisica. Ricominciare a muoversi il prima possibile dopo un intervento chirurgico può aiutare a prevenire gli eventi tromboembolici e a velocizzare il processo di guarigione. Questo è uno dei motivi per cui le infermiere potrebbero spingervi ad alzarvi e camminare nonostante il dolore nella zona in cui siete stati operati.
TERAPIA
Iniziare il prima possibile la terapia contro l’embolia polmonare è essenziale per prevenire le complicazioni gravi o la morte. Questa si effettua solamente in ambiente ospedaliero.
 I FARMACI USATI SONO:
Anticoagulanti. L’eparina ha un effetto quasi immediato e di solito viene somministrata tramite iniezione. Il warfarin (Coumadin®) è in commercio sotto forma di compresse. Entrambi prevengono la formazione di nuovi trombi, ma sono necessari alcuni giorni prima che il warfarin inizi a fare effetto. Tra i rischi ricordiamo il sanguinamento gengivale e la formazione frequente di lividi.
Fibrinolitici (trombolitici). I trombi di solito si dissolvono per conto proprio, però esistono particolari farmaci in grado di dissolverli velocemente. I farmaci che distruggono i trombi e gli emboli possono causare emorragie improvvise e gravi, quindi di solito sono riservati per le situazioni di vita o di morte.

PS. parte del testo tratto da cardiolink.

1 commento:

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